martedì 6 gennaio 2009

La tecnologia non libera. Impegna sempre di più.

Come mi sveglio il mattino devo pensare a cambiar pile, sostituire lampadine, controllare caldaia, resettare un impianto, un apparecchio, reintallare un software ...
Aumenta la tecnologia presente in ogni dove, esponenzialmente aumenta manutenzione, rimpiazzo continuo di ogni cosa. Costi, costi continui.
Scendo nel laboratorio che era di mio papà, in uno scaffale ci sono i suoi attrezzi tutti manuali, scalpelli, pialle ... tutti belli, ordinati ed eterni; dalla mia parte trapani, avvitatori, seghetti ... tutti sempre con dei problemi.
Ciò che ha fatto la manualità di mio padre è di gran lunga superiore, anche in qualità, di quanto mai potrò fare io con quei maledetti strumenti che sono a tempo: un bel giorno li prendi in mano ed han deciso di non funzionare più.
Son sempre a pensare cosa occorre procurarsi o fare per far funzionare questo e quello, non penso mai a quel che voglio fare, l'allestimento prevale sul vero fabbricare l'oggetto.
Esco di casa ed in macchina penso a tutta la manutenzione che devo fare prima o poi alla macchina, rientro e devo scampanellare al citofono.
Cavolo.
Mi telefonano (sì, da sotto casa mi telefonano) che non funziona il citofono.

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