martedì 23 novembre 2010

Permacultura. Progettiamo la nostra interazione con l'ambiente


Il più grave problema che abbiamo oggi, nella nostra culura occidentale è che abbiamo perso il rapporto con la natura, o con l'ambiente o la biosfera, che dir si voglia.


La storia è lunga, ma la soluzione c'è: è la permacultura.


La Permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico.
Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l'equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita.
La Permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.

La Permacultura è essenzialmente pratica e si può applicare a un balcone, a un piccolo orto, a un grande appezzamento o a zone naturali, così come ad abitazioni isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani.Allo stesso modo si applica a strategie economiche e alle strutture sociali.
La Permacultura si può definire una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione.
Permacultura: agricoltura permanente per una cultura permanente. Una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di una agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.
Permacultura: pensare sentire inventare progettare il nostro essere integrati nel mondo. Disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda, in modo armonico, in modo consapevole. Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri. Sostituendo al dominio l'ascolto, alla violenza la curiosità, alla fretta la speranza.
Permacultura è la progettazione di una interazione consapevole ed efficiente fra l'uomo e l'ambiente.
Permacultura è ecologia coltivata.
La Permacultura è la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio agro-ambientale.
La Permacultura non è una serie di teorie o metodi, ma un modo di pensare, in maniera sempre nuova e flessibile.

Semi e idee

Semi ed Idee son la stessa cosa.
Sono la creatività. Della biosfera e dell'uomo.
Un impercettibile seme di sequoia può produre un organismo di migliaia di tonnellate che vive per migliaia di anni. Una pianta dei miei amaranti può produrre 30, 50 mila piante il prossimo anno.
Un'inferenza, un ragionamento, un'intuizione possono aprire nuove prospettive di vita, coinvolgere milioni di persone, arricchire la terra di bellezze e bontà!!

Non lasciamoli cadere in un terreno sterile!

Questi pensieri li avevo ieri sera mentre con le mani insacchettavo i semi dei miei ortaggi per le prossime semine e con gli occhi scorrevo questo bellissimo recentissimo libro che proprio ti prende!!!



"La vita segreta dei semi" di Jonathan Silvertown, edito da Bollati Boringhieri

Eccone una piccola recensione: "Dietro ad ogni seme si nasconde l’intera storia dell’evoluzione. Il seme è infatti il principio di una nuova vita, è dal seme che un essere vivente complesso come solo le piante sono riesce a nascere. Ma il seme è in realtà molto di più. Ogni diversa tipologia di seme è infatti accompagnata da una serie di miti e di leggende che si sono diffuse con gli anni sul suo conto. Così i semi non sono solo il punto di partenza per capire il meraviglioso mondo delle piante e della natura ma sono anche un modo per immergersi nell’evoluzione storica dell’uomo e per comprendere non solo i cambiamenti delle sue abitudini ma anche la nascita di molte sue credenze. "

mercoledì 17 novembre 2010

CO2















Tutti i giorni andiamo a guardare questo sito, è più imporante dei siti meteo:
http://co2now.org/
e poi coltiviamo, piantiamo, seminiamo: è l'unica risposta a ciò che abbiam fatto con la CO2 sul pianeta ...

venerdì 5 novembre 2010

Il Decalogo - Primi passi verso un'alimentazione sostenibile

Stavolta ho copiato, ma è proprio un bell'articolo. Davide Bochicchio su Il Giornale del Cibo.



1. Biologico (privilegia la qualità). I prodotti biologici sono più sani e nutrienti di quelli convenzionali. Più sani perché non contengono sostanze di sintesi (come pesticidi, erbicidi ecc…). Più nutrienti perché le piante da cui derivano sono più forti. Non protette dalla chimica, le piante coltivate con metodo biologico, devono sviluppare un sistema di difesa più completo e sano, da qui la maggiore presenza di antiossidanti e vitamine rispetto ai prodotti dell’agricoltura convenzionale. Inoltre gli alimenti biologici sono più sostenibili, visto il ridotto uso di risorse non rinnovabili. In mancanza di prodotti provenienti da agricoltura biologica scegliamo quelli provenienti da lotta integrata. Ricordiamoci che la qualità paga sempre e deve essere sempre pagata adeguatamente.


2. Alimenti integrali. La natura non fa le cose a caso, dobbiamo sempre preferire gli alimenti integrali a quelli raffinati, sono più completi. Un cereale integrale contiene molte più vitamine, minerali e fibre di uno raffinato, senza parlare del sapore.

3. Poca carne, molti vegetali. La nostra dieta è tutta un eccesso, troppa carne, troppe calorie. Ridurre la carne, significa cambiare se stessi, si riduce la possibilità di contrarre malattie cardiovascolari e alcune forme di tumore, e significa cambiare il mondo; infatti il 70% delle terre coltivate è utilizzato per nutrire gli animali che noi mangiamo. Meno carne significa quindi più salute per noi e più cibo per tutti (pensa quanti terreni agricoli e quanti prodotti potrebbero essere utilizzati per l’alimentazione umana invece di finire nei mangimi per animali). I vegetali dovrebbero essere l’alimento base della nostra dieta, ricca di vitamine, sali minerali, fibra e acidi grassi essenziali, senza parlare dei legumi e dei cereali, fonti di proteine e carboidrati.




4. Olio d’oliva e burro. I grassi sono alleati fondamentali della nostra salute. Dobbiamo solo saper scegliere, alcuni sono ricchi di molecole essenziali, vitamine e antiossidanti, stimolano il nostro organismo e lo proteggono, altri sono solo un inutile fonte di calorie. L’olio extra vergine di oliva è il re dei grassi, usiamolo ovunque, anche per la cottura (solo nella frittura si può sostituire con un più economico e meno aromatico olio di oliva), usiamo anche il bistrattato burro, l’importante è non eccedere.



5. Alimenti riconoscibili, non trasformati, meglio con un ingrediente solo. Non chiediamoci cosa contengono, non ha importanza, chiediamoci piuttosto che forma hanno, cosa sembrano. Un cereale per la colazione a forma di orsetto e di colore verde non è normale e non deve essere riconosciuto come commestibile, anche se vi dicono che contiene tutte le vitamine. Volete un cereale? Prendetelo integrale e fioccato. Lo volete dolce? usate un po’ di miele biologico. Una busta di plastica con dentro il nostro pasto non è normale, andrà bene agli astronauti, noi siamo sulla terra e se vogliamo rimanerci, e non andarci sotto, evitiamola. Avete mai visto una mela con l’elenco degli ingredienti? E un pomodoro? Quanti ingredienti deve avere il pane? E quanti ingredienti deve avere un cereale per la prima colazione? Per stare tranquilli prendiamo alimenti semplici e…



6. Cucina tu e mangia meno! Questo è l’unico modo per essere sicuri di quello che mangiamo, cucinare significa conoscere, mangiare meglio e forse anche mangiare meno. Dobbiamo imparare di nuovo ad ascoltare il nostro corpo e capire quando è sazio. Oramai non si mangia più per fame, ma per abitudine o per golosità.


7. Fresco e di stagione. Gli alimenti migliori, più sani e più nutrienti sono quelli freschi, meglio ancora se sono di stagione perché sono stati raccolti a maturazione. Le vitamine, i nutrienti più delicati presenti nei nostri alimenti, cominciano subito dopo la raccolta a perdere le loro proprietà, evitiamo questo spreco.




8. Locale, autoprodotto, niente confezione. Se vogliamo parlare di sostenibilità dobbiamo anche pensare a quanti chilometri fa il nostro cibo. Scegliamo i prodotti che arrivano dai campi dei vicini agricoltori, o ancora meglio coltiviamo il nostro cibo nel nostro orto. La confezione ci sembra igienica, sicura, ma in realtà è uno spreco e dice molto del prodotto che contiene o meglio ci dice che probabilmente il poveretto ha fatto tanta strada per arrivare fin da noi.



9. Bevi acqua del rubinetto. Non possiamo dimenticarci dell’acqua! Cosa c’è di più sostenibile di un alimento che sgorga direttamente da casa tua, proviene da molto vicino, è sano, lo trovi sfuso e costa poco? Niente!


10. Parliamone. Si è veramente liberi se si può scegliere, si sceglie solo se si conosce. La conoscenza passa inevitabilmente dal confronto con gli altri, dalla condivisione, quindi dal parlarne. Vieni alle nostre conferenze e porta chi vuoi, ma soprattutto partecipa, fai domande e aiutaci a migliorare questo decalogo.

lunedì 1 novembre 2010

Piccolo e autonomo, ma collegato e solidale.

Studi, incontri e dibattiti mi portano sempre più a lavorare sulla creazione di qualcosa lontanto dalle realtà che stiamo vivendo, dove tutto è nazionale e multinazionale, globale e mastodontico: le reti nazionali di energia, la rete di distribuzione delle 'merci', i sistemi mediatici e finanziari.
Per dirne tre o quattro, ma siamo incastrati a a vari livelli in sistemi che, oltre a non saper gestire la loro complessità, hanno ormai obiettivi pericolosi e devastanti.
Incidono sullo sfacelo energetico del pianeta e sulla libertà degli individui: vogliono solo schiavi che consumino e paghino bollette!
Spero che basti.
Vanno abbandonati al più presto e con ogni determinazione possibile.

E lavorare sul piccolo, sul fatto da noi, sul riequilibrare le risorse su quel che si ha, sul non vivere di debiti, nè finanziari nè energetici!!

La partenza è sicuramente, l'autonomia alimentare, il farsi da sè ciò che ci serve per vivere, ed eliminare tutto il ciclo costosissimo da un punto di vista energetico con cui siamo stati viziati e, a nostra insaputa, rovinati.

Come si fa ormai ad andare a comprare l'insalata che ha un costo energetico pazzesco, per non dare a chi la mangia nessun apporto nutritivo sicuro ma una sicura immissione di sostanze dannose che l'industria alimentare immette in questo vago ricordo di prodotto naturale!!!

Questo discorso però però non è rifiuto del collettivo, ma la creazione di un collettivo diverso, di una comunità vera, che quando al vicino manca l'insalata, senza nemanco chiederla lui se la trovi sul tavolo!!
E' la solidarieta che quei 'grandi sistemi' ci hanno tolto dal DNA o perlomeno dalla cultura cristiana plurimillenaria che avevamo e che però non conveniva continuassimo ad esercitare.
Ritroviamola in fretta.
In natura c'è solidarietà non competitività.