venerdì 10 dicembre 2010

Strumenti e sensibilità


Uno 'fa la punta' a tanti strumenti per comunicare.
Se ne preparan tanti.

Ma poi le comunciazioni non avvengono.

Occorre saper toccare la sensibilità dell'altro perchè, come un seme, germogli la comunicazione.
Non è sempre facile.

giovedì 9 dicembre 2010

25 libri per capirci di più




Questa sera in biblioteca presenterò, se riesco questi 25 libri, che, secondo me, dovrebbero veramente servirci a risolvere tanti problemi, anche quelli della sopravvivenza in questa pesante crisi!!
Buona lettura.
Excursus su un problema planetario partendo dai libri degli studiosi più impegnati sul tema.

1. Edward O. Wilson La Creazione Adelphi, 2008
2. Luigi Sertorio, Erika Renda Cento watt per il prossimo miliardo di anni Boringhieri, 2008
3. Piergiorgio Odifreddi In principio era Darwin Tea, 2010
4. Fritjof Capra Il punto di svolta Feltrinelli, 1982 (it. 1984)
5. Fritiof Capra La scienza della vita, le connessioni nascoste fra la natura e gli esseri viventi BUR, 2002
6. Fritjof Capra Ecoalfabeto Stampa alternativa, 1999
7. Hans Jonas Principio responsabilità Einaudi, 1979 (it. 1990)
8. Vandana Shiva Ritorno alla terra Fazi Editore, 2008 (it. 2009)
9. Jeremy Rifkin Il secolo biotech – il commercio genetico e l’inizio di una nuova era Baldini e Castoldi, 1998
10. Luciano Valle Agricoltura, etica, bellezza Ibis, 2007
11. Luciano Valle L’etica ambientale in prospettiva ecosofica Ibis, 2005
12. Luciano Valle Ri-abitare la terra Ibis, 2005
13. Piero Bevilacqua La terra è finita, breve storia dell’ambiente Laterza, 2006
14. Piero Bevilacqua Miseria dello sviluppo Laterza, 2008
15. Piero Bevilacqua Tra natura e storia - ambiente, economie, risorse in Italia Donzelli editore, 1996
16. Zygmunt Baumann Consumo, dunque sono Laterza, 2007
17. Jonathan Silvertown La vita segreta dei semi Bollati Boringhieri, 2010
18. Masanobu Fukuoka La rivoluzione del filo di paglia un’introduzione all’agricoltura naturale Libreria Editrice Fiorentina, 1975 (it. 1980)
19. Maria Rita Colombo Andar per erbe Stefanoni, 2008.
20. Andrea Papini Le erbe in tavola Edizioni Polistampa, 2005
21. R. Luciano, C. Gatti Frutti spontanei commestibili Araba Fenice, 2008
22. M. L. Colombo, vari Cento erbe della salute Araba Fenice, 2008
23. Jan Dowe van der Ploeg I nuovi contadini, le campagne e le risposte alla globalizzazione Donzelli, 2008 (it. 2009)
24. Andrea Segrè Lezioni di ecostile - consumare, crescere, vivere Bruno Mondadori, 2010
25. Bill Mollison, R. M. Slay Introduzione alla permacultura AAM Terra nuova, 2007 (it. 2008)

sabato 4 dicembre 2010

Rifiuti zero! Partecipazione uno a zero.


Mischio due discorsi. Sì, rifiuti e partecipazione. Soluzione dei problemi del pianeta e potere.
chi risolve i problemi che stan portando allo sfacelo il pianeta? Il potere costituito con la cosiddetta democrazia rappresentativa o la democrazia partecipativa?
La risposta è in questo esempio.




Venerdì 03 Dicembre 2010 15:23


La proposta d’iniziativa popolare rifiuti zero, presentata dall’associazione non bruciamoci il futuro stava per essere bocciata dal Consiglio Regionale del Lazio per un vizio di forma. Infatti, l’Ufficio di Presidenza non aveva ritenuto validi e perciò neanche li ha esaminati 393 dei 600 fogli con le firme dei sottoscrittori semplicemente perché vidimati da uffici di cancelleria giudiziaria e non dalle segreterie degli Enti Locali della Regione.

Un evidente escamotage della maggioranza di centrodestra della regione per evitare la discussione della proposta popolare che mette al bando gli inceneritori e risolve il “problema rifiuti” nel modo più naturale e logico possibile: avviando la raccolta differenziata porta a porta e riducendo i rifiuti all’origine.

A quest’atto di prepotenza ed arroganza, rivolto soprattutto agli oltre diecimila sottoscrittori dell’iniziativa popolare, abbiamo risposto con una lettera inviata il 16 novembre 2010 al Presidente del Consiglio Regionale e all’Ufficio di Presidenza che ha letteralmente smontato l’assurda tesi sostenuta dalla maggioranza utilizzata per non discutere la proposta rifiuti zero, e dimostra la validità, in base alla normativa vigente, dei fogli vidimati da uffici di cancelleria giudiziaria.

Ieri, finalmente il Consiglio regionale ha votato il rinvio della proposta di legge all’esame dell’Ufficio di Presidenza per esaminare anche i 393 fogli prima esclusi.
Rimarremo vigili sui lavori di questo Organo del Consiglio Regionale affinché non venga tradita la volontà dei tanti cittadini della Regione che, con la loro firma hanno voluto esprimersi sulla politica dei rifiuti avanzando una proposta che vuole superare i fallimenti di tutti i governi regionali che fino ad ora non hanno prodotto alcun effetto positivo.

giovedì 2 dicembre 2010

Ma che agricoltura sarà?


Agricoltura biologica, biodinamica, omeodinamica, conservativa, naturale, sinergica ... permacultura!
Tutte le abbiam sentite ed anche studiate: l'importante è la valorizzazione della fertilità e eliminare lo spreco energetico eserno dai cicli biologici del suolo!! ora sembra di moda quella ... blu! e che sia!
Purchè si arrivi a far qualcosa di sano sui nostri campi.
Purchè dietro non ci sia la Monsanto!


Prendo ora una piccola sintesi della più "facile" di queste nuove metologie agricole: va bene come inizio, ma non affronta ancora il problema del ciclo biologico del terreno su cui lavoriamo: bisogna arrivare sulla Permacultura!!

Agricoltura blu è costituita da un insieme di pratiche agricole complementari quali:

1) alterazione minima del suolo (attraverso la semina su sodo o la minima lavorazione) per preservare la struttura, la fauna e la sostanza organica del terreno;
2) copertura permanente del terreno con colture di copertura e residui colturali per proteggere il terreno dall'erosione;
3) associazione e rotazioni di colture diverse che favoriscono lo sviluppo dei microrganismi del terreno e combattono le erbe infestanti, i parassiti e le malattie delle piante.
Obiettivo dell’Agricoltura Blu è promuovere la produzione agricola ottimizzando l’uso delle risorse e contribuendo a ridurre il degrado del terreno attraverso la gestione integrata del suolo, dell’acqua e delle risorse biologiche in associazione con fattori produttivi esterni. Le arature vengono completamente sostituite da non lavorazioni (semina su sodo) e da lavorazioni molto superficiali

mercoledì 1 dicembre 2010

Condividere, partecipare, regalare ... rende!

Pop Economy, anche la nuova economia è partecipativa... un altro colpo all'economia liberista ed individualista


Filesharing, carsharing, swapping.


Grazie alla Rete sta scomparendo la mania per il possesso degli anni ’80 a favore della condivisione. Lo scrive l'economista Loretta Napoleoni nel numero di Wired di dicembre 2010 nell’articolo “L’economia del mutuo soccorso”.

L’individualismo professato da Milton Friedman è ormai alla fine. All’astuto finanziere solitario di Oliver Stone si sostituisce lo psicodramma collettivo dei minatori cileni.


Siamo ad una svolta in cui il gruppo prevale sui singoli, grazie soprattutto alla Rete.


Come nello shopping sta prendendo piede lo swapping (una sorta di baratto su Internet), così nell’attuale panorama sociale crescono sempre più comunità virtuali come eBay o Swaptree, in cui la gente scambia e vende di tutto. Fenomeni che l’individualismo degli anni ’80 non avrebbe neanche saputo spiegare.

Se swap è una parola chiave, share è sua sorella. Bike, car, house, file, tante le parole che si sono avvicinate al verbo share, condividere. Un accostamento frutto della rivoluzione dal basso nata dai millennium, i “figli dei super-egoisti baby boomers”, scrive l’economista, una generazione nata a cavallo tra gli anni Settanta-Ottanta che “all’indomani della crisi del credito ha voltato le spalle all’individualismo neo-liberista”.

Giovani che stanno coi genitori, non lavorano e vivono intaccando i risparmi della famiglia, i millennium non hanno le caratteristiche dell’ homo oeconomicus classico perché sono nati in un’economia imprevedibile per le teorie classiche. Per questo “ gli manca l’egoismo, il bisogno di possesso e l’individualismo dei genitori”.

La Rete occupa un posto centrale in questa nuova economia, figlia di uno strano mix tra gli ideali degli hippy americani e le nuove tecnologie. Il web 2.0 è l’unico posto in cui gli utenti possono riunirsi e scambiarsi oggetti e opinioni smettendo di essere quei soggetti passivi che sono i meri consumatori.

Ma sarà poi proprio vero!? Sarà il futuro?

Certo, ammette Napoleoni, è presto per cantare e vittoria e tutto potrebbe andare in fumo come la fallita rivoluzione degli hippy. Però ci sono anche dei fatti: Tripadvisor è una delle guide di viaggio più consultate, Netflix ha spinto al tracollo Blockbuster nella distribuzione di film a noleggio, Couchsurfing è per molti l’unico modo per viaggiare.

L’economia partecipativa dopotutto è a scopo di lucro.

Netflix lo scorso anno ha fatturato 116 milioni di dollari di profitti, il carsharing permette di abbattere i costi per assicurazione e manutenzione dell’auto, prestare parte dell’orto al vicino col pollice verde ma senza giardino abbellisce la casa e fa risparmiare sul giardiniere.“Le oligarchie industriali vorrebbero farci credere che questo comportamento distruggerebbe l’intero sistema economico. Ma non è così!” sottolinea con forza l’economista.


Lasciare Microsoft per Linux, farsi prestare un iPad solo per i giorni in cui lo si utilizza, scambiarsi i vestiti per bambini: il servizio è uguale ma si evita di creare un’insostenibile accumulazione di capitale.


Insomma, Loretta Napoleoni non ha dubbi, se fosse stato vivo, oggi Karl Marx avrebbe scritto il Manifesto del Partito Partecipativo...