I buoni propositi per l'anno nuovo erano un'abitudine antica. Ora diventano una scienza. Squadre di medici, psicologi e perfino economisti "comportamentali" hanno unito i loro sforzi in America: per aiutarci a mantenere le promesse. Nella miglior tradizione del "pensiero positivo" americano, c'è la convinzione radicata che ognuno di noi è un'opera aperta, e può continuamente migliorare se stesso. Perché lasciare questa sfida all'improvvisazione, al dilettantismo dell'autodidatta, se la scienza ha qualcosa da insegnarci? Così sul New York Times due esperti hanno inaugurato il 2014 facendo una sintesi di tutte le ricerche empiriche in materia. Si scopre che ormai è stata accumulata una gran quantità di esperimenti, che aiutano ad essere tenaci e costanti nei buoni propositi. Kevin Volpp è un medico del Philadelphia V. A. Medical Center, Katherine Milkman è docente alla Wharton School, prestigiosa facoltà di economia. I loro consigli e insegnamenti attingono a una serie di ricerche pubblicate sui Proceedings of the National Academy of Sciences. Ce n'è per tutti noi: chi vorrebbe dimagrire, chi smettere di fumare, chi ha solennemente indicato il 2014 come l'anno in cui andrà in palestra più spesso.

Per non ritrovarsi il 31 dicembre prossimo a fare un bilancio deludente con noi stessi, Volpp e la Milkman ci danno suggerimenti pratici, distillati da esperimenti con migliaia di cavie umane. La prima regola: fare un piano d'azione concreto. Questo semplice accorgimento aiuta in due modi. Anzitutto, fissa nella nostra (labile) memoria gli impegni presi. In secondo luogo, dal momento in cui il "piano" esiste, venir meno alle buone intenzioni significa rompere una promessa esplicita. Ecco la prova empirica, per gli scettici. Diversi test hanno avuto come cavie dei pazienti a cui è stato chiesto di indicare una data e un orario preciso per andarsi a fare il vaccino anti-influenza, oppure la colonscopia. Questi soggetti, che avevano preso l'impegno dettagliato, lo hanno rispettato con un margine di successo del 13% migliore rispetto ad altri che erano stati genericamente "sollecitati" a fare la vaccinazione o la colonscopia.

Secondo consiglio pratico: attivare una "posta in gioco", dal valore reale. Qui fa testo una ricerca promossa dall'American Medical Association, e durata 16 settimane, su due categorie di individui. L'obiettivo generale era, per tutti, quello di perdere peso. Alla fine del test, coloro che si erano vincolati a pagare una multa in caso d'insuccesso, hanno finito per perdere in media 7 kg in più degli altri. Risultato analogo lo ha ottenuto un altro esperimento, seguito dall'American Economic Journal. In questo secondo esempio l'obiettivo era smettere di fumare. E, anche qui, il massimo successo ha premiato coloro che avevano depositato una somma di denaro per sei mesi, con l'intesa che l'avrebbero persa se al termine di quel periodo ci fossero state tracce di nicotina nei loro test delle urine. L'interesse degli economisti per queste ricerche è comprensibile. Molti di loro partono dal presupposto che l'essere umano è razionale e può essere indirizzato verso il miglioramento, se si usano i giusti incentivi. Perciò sono degli economisti "comportamentali" ad avere fondato un sito Internet, stickK.com, dove ciascuno può depositare una somma come cauzione, che sarà recuperata o perduta a seconda del mantenimento dei buoni propositi.

La posta in gioco, per essere efficace, non deve necessariamente essere pecuniaria. Un altro esempio di sicura efficacia: per mantenere la promessa di fare più esercizio, datevi appuntamento in palestra o al parco con un'amica o un amico. È più facile dare disdetta a se stessi, che disertare un appuntamento. (Prova provata: il mio yoga trae grande giovamento dall'essere collettivo, ho sviluppato amicizie con altri allievi e anche con i maestri, per cui non andare al corso mi sembra quasi un tradimento).

Un altro metodo sofisticato viene descritto come "l'aggregazione" di tentazioni e buoni propositi. L'esempio che usano i due esperti americani è questo: prendete un passatempo che giudicate ozioso e poco produttivo, per esempio la lettura di romanzi-trash. (Senza offesa, citiamo il genere Cinquanta sfumature...) Ebbene, ora costringetevi a lasciare quel libro in palestra, in modo da leggerlo soltanto quando state correndo e ansimando sul tapis roulant. Affare fatto: il cedimento a un piccolo vizio innocuo diventa l'incentivo per andare più spesso alla fitness e rimanerci più a lungo.

E da ultimo, cercate di organizzarvi delle tifoserie, dei gruppi di sostegno. Anche qui gli esempi concreti sono illuminanti. Alcuni pazienti di diabete sono stati messi sotto la tutela di ex-pazienti i quali hanno migliorato il proprio controllo glicemico. Essere appoggiati, spronati, consigliati da chi ci ha preceduto nella stessa battaglia, aiuta a migliorare le nostre chance. Quest'ultima del resto è la ricetta alla base di associazioni già antiche e collaudate come l'Anonima Alcolisti.

E se per caso l'inizio dell'anno non vi mette subito sulla strada buona, non disperate. Gli esperti americani hanno accumulato prove sull'esistenza di tanti "inizi". Solstizio di primavera, compleanno personale, o apertura del nuovo anno accademico, le occasioni per ripartire e riprovarci ancora, non mancheranno. Di ottimismo, a quanto pare, non è mai morto nessuno.