giovedì 18 dicembre 2008

In treno. giustizia, verità, economia.

Venendo in treno ho orecchiato un discorso di due impiegati, di buon livello, della pubblica amministrazione. Credo dei controller 'civili' del ministero della difesa, si parlava di forniture, inventari, appalti e contabilità insomma. E si lagnavano che con le ristrettezze della finaziaria e le paure per la "giustizia" che controlla tutto non "si poteva più lavorare!!"
"Pensa che non si possono più fare appalti per comprare i computer - raccontavano coram populo sulla carrozza - ed allora si fa così. Io trovo una ditta con un contratto aperto che ci stia al gioco e faccio una richiesta di una quantità esorbitante di chiodi, ma mettendomi d'accordo che saran computer. Nella caserma dove doveva arrivare il quantitativo di chiodi faccio fare prima un verbale per lo smarrimento dei colli di chiodi. Così loro possono fare denuncia ai CC e togliere il cespite dalla contabilità.
Nella caserma dove arrivano i PC faccio fare un verbale di ritrovamento di materiale smarrito. E faccio scrivere nel verbale che il materiale era stato fornito in una data antecedente a quella dopo la quale si deve fare per legge l'inventario. così mettono i PC come bene inventariato."
I commenti dei passeggeri e degli stessi impiegati.
"Quante false denuncie hanno i Carabinieri e la Polizia, di organismi di PA per togliere dei cespiti fasulli dagli inventari?" "Centinaia di migliaia!!" "Così intasiamo la giustizia che non funzionerà mai più".
"Ma nessuno si accorge che i PC sono stati fabbricati adesso e non quando sono stati persi?" "Quisquiglie".
"Costano più queste pratiche che i computer che non si potevano comprare" "Così spendiamo il doppio quando si diceva che si doveva risparmiare"
"E qualcuno si impegna per far lavorare di più la pubblica amministrazione!" "Se non fanno qualcosa di sensato, stiano a casa è meglio " "Ma han da usare i pc per fare tutte queste pratiche fasulle".

Ed io pensavo.
Ma ci sarà prima o poi un mondo vero e giusto in cui quel che ho bisogno lo trovo e non cerco altro e quel che dico è vero per me e per il fratello che ho accanto.
Qui bisogna far cadere tante illusioni ed ipocrisie e trovare una giustizia antica che non debba essere contabilizzata ma che si legga nella semplicità del vivere.
Così il treno è arrivato. Ed io, come tutti gli altri, corro ad immergermi nella falsità del mio lavoro.

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