lunedì 1 novembre 2010

Piccolo e autonomo, ma collegato e solidale.

Studi, incontri e dibattiti mi portano sempre più a lavorare sulla creazione di qualcosa lontanto dalle realtà che stiamo vivendo, dove tutto è nazionale e multinazionale, globale e mastodontico: le reti nazionali di energia, la rete di distribuzione delle 'merci', i sistemi mediatici e finanziari.
Per dirne tre o quattro, ma siamo incastrati a a vari livelli in sistemi che, oltre a non saper gestire la loro complessità, hanno ormai obiettivi pericolosi e devastanti.
Incidono sullo sfacelo energetico del pianeta e sulla libertà degli individui: vogliono solo schiavi che consumino e paghino bollette!
Spero che basti.
Vanno abbandonati al più presto e con ogni determinazione possibile.

E lavorare sul piccolo, sul fatto da noi, sul riequilibrare le risorse su quel che si ha, sul non vivere di debiti, nè finanziari nè energetici!!

La partenza è sicuramente, l'autonomia alimentare, il farsi da sè ciò che ci serve per vivere, ed eliminare tutto il ciclo costosissimo da un punto di vista energetico con cui siamo stati viziati e, a nostra insaputa, rovinati.

Come si fa ormai ad andare a comprare l'insalata che ha un costo energetico pazzesco, per non dare a chi la mangia nessun apporto nutritivo sicuro ma una sicura immissione di sostanze dannose che l'industria alimentare immette in questo vago ricordo di prodotto naturale!!!

Questo discorso però però non è rifiuto del collettivo, ma la creazione di un collettivo diverso, di una comunità vera, che quando al vicino manca l'insalata, senza nemanco chiederla lui se la trovi sul tavolo!!
E' la solidarieta che quei 'grandi sistemi' ci hanno tolto dal DNA o perlomeno dalla cultura cristiana plurimillenaria che avevamo e che però non conveniva continuassimo ad esercitare.
Ritroviamola in fretta.
In natura c'è solidarietà non competitività.

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