domenica 8 novembre 2009

Quando la natura si riappropria del suo ciclo naturale


Amaranto evviva.

Ho una enorme pianta di amaranto che ha veramente più di 10.000 semi. Ed ora leggo questo articolo che riporto.


Negli Stati Uniti, gli agricoltori hanno dovuto abbandonare cinquemila ettari di cultura di soia transgenica e altri cinquantamila sono gravemente minacciati . Questo panico è dovuto ad una "cattiva" erba che ha deciso di opporsi al gigante Monsanto, conosciuto per essere il più grande colosso della Terra. Insolente, questa pianta mutante prolifera e sfida il Roundup, il diserbante totale a base di glifosfato al quale nessuna "erbaccia resiste".
Nel 2004, un agricoltore di Macon, in Georgia, città situata a circa 130 chilometri da Atlanta, notò che certi germogli di amaranto resistevano al Roundup con cui annaffiava le sue culture di soia.
I campi invasi da questa erbaccia sono stati seminati con i semi Roundup Ready che contengono un seme che ha ricevuto un gene resistente al Roundup al quale nessuna "erbaccia resiste".
Da quel momento, la situazione si è aggravata ed il fenomeno si è esteso ad altri stati: Caroline del Sud, e del Nord, Arkansas, Tennessee e Missouri. Secondo un gruppo di scienziati del Centre for Ecology and Hydrology, un'organizzazione britannica situata a Winfrith nel Dorset, ci sarebbe stato un trasferimento di geni tra la pianta OGM e certe erbe indesiderate, come l'amaranto. Questa constatazione contraddice le affermazioni perentorie ed ottimistiche dei difensori degli OGM che pretendono ed insistono ad affermare che un'ibridazione tra una pianta geneticamente modificata ed una non-modificata è semplicemente "impossibile".
Per il genetista britannico Brian Johnson, specializzato nei problemi legati all'agricoltura:"è sufficiente un solo incrocio riuscito su parecchi milioni di possibilità". Appena si crea, la nuova pianta possiede un enorme vantaggio selettivo, e si moltiplica rapidamente. Il potente diserbante qui utilizzato, a base di glicofosfato e di ammonio, ha esercitato sulle piante un’enorme pressione incrementandone la rapidità di adattamento. Un gene che resiste ai diserbanti ha, così sembra, dato origine ad una pianta ibrida generata da un salto tra i semi preposti alla protezione e l'amaranto, diventata impossibile da eliminare. La sola soluzione è di strappare le erbacce a mano, come lo si faceva una volta, ma non è sempre possibile considerando la superficie delle culture; inoltre, queste erbe profondamente radicate, sono molto difficili da strappare e 5.000 ettari di terreno sono stati semplicemente abbandonati.
Un certo numero di coltivatori ha intenzione di rinunciare agli OGM e di ritornare ad un'agricoltura tradizionale, poiché le piantagioni OGM sono sempre più care e il rendimento è primordiale per questo tipo di coltivazione. Così Alan Rowland, produttore e commerciante di semi di soia a Dudley nel Missouri, afferma che più nessuno richiede i semi Monsanto di tipo Roundup Ready allorché negli ultimi tempi, questo settore rappresentava l'80% del suo commercio. Oggi, i semi OGM sono spariti dal suo catalogo e la richiesta di semi tradizionali aumenta senza tregua.
Già, il 25 luglio 2005, “The Guardian” pubblicava un articolo di Paul Brown che rivelava che i geni di cereali modificati si erano trasferiti nelle piante selvagge, creando così un "superseme" resistente ai diserbanti, incrocio "inconcepibile" per gli scienziati del ministero dell'ambiente naturale. Dal 2008, i media agricoli americani fanno rapporto di sempre maggiori casi di resistenza ed il governo degli Stati Uniti ha effettuato importanti tagli finanziari che hanno costretto il Ministero dell'agricoltura a ridurre e successivamente a fermare alcune di queste attività. Pianta diabolica o pianta sacra? è divertente constatare che questa pianta, “diabolica agli occhi dell'agricoltura genetica”, è una pianta considerata sacra per gli Incas:fa parte degli alimenti più antichi del mondo. Ogni pianta produce in media 12 000 semi per anno e le foglie, più ricche di proteine che la soia, contengono vitamine A e C e sali minerali.
Così questo boomerang, rinviato dalla natura alla Monsanto, non solo neutralizza questo colosso, ma si impone nei luoghi come una pianta che potrà nutrire l'umanità in caso di carestia. E' in grado di resistere alla maggior parte dei climi, tanto le regioni secche quanto le zone monsoniche e le alte terre tropicali, e non ha problemi né con gli insetti né con le malattie, perciò non avrà mai bisogno di prodotti chimici.
Per tutto ciò, l'amaranto affronta la potente Monsanto, così come “Davide si oppose a Golia”. E tutti ben sanno come si concluse il combattimento, pertanto molto impari! Se questi fenomeni si riprodurranno in quantità sufficiente, cosa che sembra essere programmata, alla Monsanto non resterà altro che appendere la chiave al chiodo. A parte i suoi salari, chi compiangerà veramente questa impresa funebre?

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